Resoconto 11° Congresso Nazionale AGE

L’11° Congresso Nazionale A.G.E. si è appena concluso. Sono stati quattro giorni di intense attività per l’importanza degli argomenti trattati ma principalmente per la vivacità culturale e per l’interesse dei partecipanti. Un grande lavoro di programmazione svolto dal Comitato scientifico ed organizzatore coordinato dal Dott. R Conforti; dalla Prof.ssa L. Bartorelli e dal Dott. P. Marin che ha trovato forte riscontro nella nutrita e sentita partecipazione.

L’inizio dei lavori mercoledì pomeriggio con la presentazione del congresso e con il saluto di Roma portato dal Presidente dell’Ordine dei Medici R. Lala e dalla scrittrice e assessore regionale Lidia Ravera. Tema congressuale: “Prendersi cura dell’Anziano fragile” e, pertanto, subito gli interventi  dei Presidenti delle società scientifiche (AIP, SIGG, SIGOT, AMGe) che sono stati chiamati a portare le loro riflessioni su “la coscienza della fragilità”.  Fragilità non solo come sindrome complessa del paziente geriatrico ma anche grande  criticità della Geriatria stessa che non riesce a trovare unità disperdendo le proprie forze all’inseguimento ancora di specialità di settore e nel nome di anacronistiche baronie. Salvatore Putignano, aprendo ufficialmente i lavori congressuali e con un excursus storico-formativo, ha ripercorso le tappe fondamentali della vita della Geriatria, dalla iniziale ricerca di identità all’attuale impegno di tutela della dignità dell’Anziano, del paziente geriatrico e della Geriatria stessa. Per il paziente geriatrico (di età avanzata, con comorbilità, politrattato) spesso siamo costretti a preoccuparci del suo bene piuttosto che della sua autonomia e siamo costretti a farlo nella consapevolezza di non avere farmaci che tutelano la dignità. Testimonial della serata, con una coinvolgente intervista ricca di ricordi e nella piena lucidità dei suoi 88 anni, il maestro Elio Pandolfi che ha lasciato un messaggio di grande forza sostenendo che la vecchiaia è “un’esperienza da vivere”.

Dal giorno successivo attenzione puntata sulla continuità delle cure alla ricerca di modelli assistenziali di reale garanzia di salute per l’Anziano fragile con confronti diretti tra Medici di Medicina Generale e Geriatri. La grande problematica della rete assistenziale dal territorio all’ospedale per i ricoveri e viceversa per le dimissioni protette ha caratterizzato un’altra sessione importante. E in tema di fragilità e fede la lettura di Don Leonardo Zeccolella su grandi personaggi biblici che nonostante condizioni di grande fragilità hanno mantenuto la loro fede. È il percorso etico della Geriatria stessa che si trova, spesso,  affrontare condizioni di fine vita.

E proprio in questa fase della vita, forse la più intensa, si confrontati gli esperti della nutrizione artificiale mostrando le nuove tecnologie e mettendo a nudo, in particolare,  le ripercussioni etiche di interventi più invasivi.

Le demenze sono in continuo aumento, specialmente quella di Alzheimer, per cui è fondamentale il connubio assistenziale con i Medici di Medicina Generale e il problema dei primi sintomi, della diagnosi precoce, della diagnosi del MCI (Mild Cognitive Impairment) è stato ampiamente trattato dando spazio ai limiti e possibilità della riabiltazione cognitiva. Lettura di elevato spessore scientifico del Prof. M. Trabucchi sul trattamento del delirium nelle sedi non ospedaliere. Delirium spesso presente anche nelle fasi iniziali della demenza ma che assume particolare significato, per la complessità terapeutica, nelle fasi avanzate.

Anche per la seconda giornata conclusione di grande partecipazione emotiva con un testimonial di successo: il regista Ugo Gregoretti che ha proiettato un filmato di vecchia data riguardante un pezzo di storia della sua famiglia.

Penultima giornata dedicata alla prevenzione e terapia delle fratture ossee in età geriatrica. Fratture che assumono grande peso assistenziale quando colpiscono anziani fragili per la coesistente polimorbilità. La grande qualità dei relatori e dei due moderatori (Prof. P. Falaschi e Prof. S. Zuccaro) ha vivacizzato una sessione che si è arricchita di vari quesiti.

Sentita e partecipata anche la successiva sessione sulle problematiche etiche e giuridiche che accompagnano, aiutano e, nello stesso tempo, ostacolano, rendendo decisamente complesse, le scelte relative alla contenzione. Si sono confrontati secondo un format innovativo (Protagonisti alla sbarra) le varie figure professionali coinvolte in questa decisione e nella successiva procedura esecutiva.

Sessione, quindi,  fortemente tecnica sulle cardiocerebrovasculopatie con interventi sui nuovi stent riassorbibili, sulle novità tecnologiche del mondo dei Pace-maker, sulla farmacovigilanza dei nuovi anticoagulanti orali e sull’esperienza di una Unità Stroke.

Altra grande novità la sessione tra AGE e ISIA che con un lavoro di collaborazione tra Geriatri e Architetti, ha iniziato un grande lavoro di progettazione affinchè gli spazi delle cure siano al servizio di chi deve viverli.

Dopo la presentazione dei dati sullo studio Cognidage da parte del Dott. A. Castagna: il Confessionale, un’altra novità che ha lanciato tutti su un tema decisamente scottante: la sessualità nei luoghi delle cure. Grande maestria del Prof. U. Senin che ha affrontato l’argomento con la competenza che gli è solita.

Conclusione della serata con un ricordo toccante da parte del Dott. R. Conforti dell’attrice Dina Sassoli.

Ultimo giorno con un argomento geriatrico di élite: il dolore cronico non oncologico che il Dott. A. Cester ha centrato in ogni sua sfaccettatura.

Ultimi, ma non certo per importanza, la presentazione dei risultati dello studio Ideale e il significato della iperuricemia nella stratificazione del rischio globale dell’Anziano da parte del Dott. P. Gareri.

Un congresso ricco e pieno di attività che ha segnato un altro passo in avanti dell’AGE e della Geriatria tutta.

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